Ho letto l’intervista che il mensile “Sempre” (dell’Ass.Papa Giovanni XXIII) ha fatto a Suor Cristina, l’ormai famosa suora-cantante che sta dividendo a metà il suo impegno di vita, fra la preghiera e le canzoni (che poi anche cantare è un’altra forma di preghiera, di apostolato, di donare un talento che ha). Ha voluto anche rileggere in chiave cristiana Like a Virgin, della cantante Madonna, puntando ad esaltare il tocco di Dio che trasforma le creature. Afferma che anche chi ha scritto quella canzone, Billy Steinberg, voleva dare un significato non materiale al suo pezzo. Mi colpisce il fatto che una persona cristiana non è per forza in evidenza nel mondo, ma chi ha sentito qualcosa di forte ha una spinta decisa a portarlo agli altri, a trasmetterlo. Parla del travaglio della sua vocazione, del mistero della sua chiamata, della solitudine del Brasile dove fece una specie di quaresima prima di aver chiara la propria strada. Fu un musical che la portò di nuovo incontrare Dio con grande intensità, doveva immedesimarsi nella parte scenica e riflettendo capì che Dio in fondo le era sempre stato vicino. Per lei (e non solo) è stata importante la presenza di una famiglia che non solo credeva ma sapeva cosa significasse avere crisi di fede e di vita. Infine, parla del suo abito che non sembra adatto per salire su un palco davanti ai giovani e lei dice che la chiesa è vista spesso come un insieme di schemi rigidi che sembrano un ostacolo per tanti, allora lei col suo abito e la sua carica mostra il volto gioioso della fede ed è accolta con altrettanta gioia, ora, in tutto il mondo!
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